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E’ Pasqua

Prendo spunto dai tre verbi che il catechista ha utilizzato nel buongiorno ai ragazzi del mercoledì della Settimana Santa, Cambiare, Servire, Amare, per farvi gli auguri di PASQUA!
Sono tre verbi che se li facciamo risuonare dentro di noi ci mettono in crisi in particolare nelle nostre relazioni di ogni giorno.
Come allievi: nel rapporto tra di noi nel rispettarci mentre siamo in aula o in laboratorio;
con i nostri formatori permettendo loro di svolgere l’attività formativa rispettando le loro indicazioni.
Come formatori nel lavoro di ogni giorno gomito a gomito, compiendo con scrupolo il nostro dovere e accettandoci l’un l’altro per come siamo.
Come educatori, Genitori e Formatori, in rapporto all’eredità che Don Bosco ci ha lasciato.
Tutte le volte che accogliamo “il nostro prossimo” è Pasqua perché muore una parte di noi che poi rinasce nuova insieme a lui.
Perché per accoglierlo bisogna Cambiare il nostro modo di essere e rinunciare ad una parte di noi.
Perché per accoglierlo bisogna Servire il nostro prossimo e sporcarsi le mani per lavargli i piedi.
Perché per accoglierlo bisogna Amare.
Auguri di buona Pasqua perché ciascuno di noi ogni volta che incontrerà il prossimo suo possa riconoscerlo e accoglierlo!
Il genitore il figlio.
Il formatore l’allievo.
L’allievo il formatore.
Il figlio il genitore.
Chi è il mio prossimo?
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?».
Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».
Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”.
Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui».
Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Dal Vangelo secondo Luca (10,25-37)

samaritano
Antonino Gentile
Direzione CNOS FAP
Torino – Agnelli