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Il buongiorno di don Claudio

 

A tutti i nostri allievi/e,

alle loro famiglie

e ai docenti e formatori

 

Torino, 30 marzo 2020

 

Buongiorno!

Marzo è ormai alla fine. È passato poco più di un mese dall’inizio di questa surreale situazione. E mi sembra già un’eternità. A fronte delle crescenti misure restrittive (la prima è del 30 gennaio, l’ultima è del 22 marzo) si inizia a cogliere qualche segnale positivo, ma non è ancora tempo di cantare vittoria. La guerra contro questo virus subdolo e ingannevole è ancora lunga. In altre parti del mondo sta iniziando ora a farsi vedere in tutta la sua forza devastante.

Questa vicenda è iniziata in modo burlesco, con alcuni medici e uomini di cultura che irridevano le misure precauzionali: «È un’infezione appena più seria di un’influenza», dicevano, e in tanti purtroppo, contrariamente a ciò che veniva chiesto, si trovavano per giocare, fare festa e aggregarsi, approfittando delle vacanze inaspettate. Nel dubbio e non senza contestazioni si sono giocate anche delle partite di calcio, a livello nazionale e internazionale. Ed eccoci ancora qui, a combattere questa guerra casa per casa, noi in seconda e terza linea, altri in prima e primissima linea.

Hai presente le corse e gli esercizi, quelli che si facevano in allenamento come preparazione atletica? A volte noiosi e ripetitivi, certamente sfiancanti e dolorosi, eppure fondamentali in ogni disciplina sportiva. Faccio tesoro di quella esperienza, come anche di altre in cui è richiesta l’applicazione metodica, costante e tenace (ad esempio imparare a suonare uno strumento o acquisire abilità artistiche,…) per dire che in questa situazione abbiamo bisogno di crescere su due qualità: la resistenza e la speranza.

Resistere, non mollare, non cedere, non lasciarti andare. Quando facevo i 5000 metri tutte le volte arrivava il momento in cui avevo l’impressione di non farcela più: il fiatone, la stanchezza, la distanza che mi separava dal traguardo, tutto sembrava dirmi “fermati!”. E invece portavo il pensiero su altro e andavo avanti. E una volta arrivato al traguardo era pura soddisfazione. E sentivo che di energie ne avevo ancora, e quasi mi veniva voglia di allungare il percorso (poche volte l’ho fatto!). E se avessi ceduto ai pensieri sconfortanti? Non sarei arrivato. E forse mi sarei convinto di non essere all’altezza, di essere un debole, di non esserne capace. La resistenza ci rende consapevoli delle nostre capacità ed è una carica di energia incredibile! L’essere umano è per sua natura un essere resistente e resiliente!

La speranza è lo sguardo della mente e del cuore rivolto verso il traguardo. Non importa quanto lontano e quanto faticoso da raggiungere. Non è illusione. So che c’è. So che lo raggiungerò. A questo proposito vi invito a leggere il testo e a rivedere il video della preghiera del Papa in Piazza San Pietro per chiedere la fine della pandemia. Meravigliosa!! Non siamo da soli: Gesù c’è! E siamo insieme! Il Signore non ci abbandona. Il Signore è con noi.

Avanti! Insieme ce la faremo! E buona settimana!

Don Claudio Belfiore

Direttore

P.S.: a metà febbraio sui nostri giornali c’era la notizia di un runner cinese che, bloccato in casa dal coronavirus, ha corso 50 km in casa (!!!) in 4:48:44, su un tracciato da camera percorso per ben 6.250 volte (mi gira la testa solo a pensarlo) e ha concluso così: «Ho sudato tanto… ora mi sento benissimo»